La memoria perduta

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Modellazione in legno, pittura acrilica e componenti (ahimè) esausti.

65 x 65 Anno: 2009

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Antefatto:

27 febbraio 2009, ore 17,30 circa. Il sinistro ticchettio che proviene dall’unità centrale del mio computer è il presagio della fine. Poi, in un attimo, tutto diventa nero. Tutto è perduto per sempre.

In quello specchio che ora riflette l’immagine dello spettatore c’è buona parte della mia vita.

Ci sono i miei scritti: quelli del lavoro; quelli del diletto e dell’amore.

Ci sono i miei progetti, quelli che hanno avuto un seguito reale e quelli che non sono mai usciti dalla bidimensionalità della carta.

Ci sono le mie foto, ricordi di viaggi, persone, di avvenimenti. Ci sono perfino le immagini digitalizzate di un tempo che non conosceva ancora l’esuberanza del P.C.

Il messaggio che evolve a spirale dal buco nero nel quale è sprofondato l’esploso congegno di memoria non è altro che il ricordo dell’accadimento scritto in codice ASCII. La colorita ed inevitabile espressione finale mi sia perdonata per la perniciosità dell’evento narrato